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27 Ottobre 2023

Pignoramento conto corrente: come funziona, limiti e quando non si può fare

In casi di insolvenza si può andare incontro al rischio di vedersi pignorato il conto corrente. Le conseguenze che tale prelievo forzoso comporta a livello economico sono ben immaginabili, motivo per il quale la procedura di pignoramento segue un iter abbastanza articolato.

Vediamo allora di capire meglio come funziona il pignoramento di un conto corrente, entro quali limiti è possibile effettuarlo e quando un conto non si può pignorare. 

Come funziona il pignoramento di un conto corrente

Nel momento in cui si è debitori verso qualcuno di una data somma di denaro, il creditore ha a disposizione diverse soluzioni per il recupero crediti. Una di queste è rappresentata dal pignoramento del conto corrente presso terzi.

Si tratta di un'espropriazione forzata regolata dall'art. 491 del codice civile. Il pignoramento del conto può essere effettuato sia su conti correnti postali che su conti correnti bancari ed è un provvedimento che può essere richiesto dal creditore qualora il debitore non sia in possesso di beni immobili da offrire come garanzia.


Il creditore può essere un privato, una banca, una finanziaria o, come spesso accade, la stessa Agenzia delle Entrate – Riscossione che, per conto dello Stato, chiede conto al debitore che risulta insolvente.

La procedura per il pignoramento del conto corrente cambia a seconda del tipo di creditore. Nel caso infatti di debiti fiscali derivanti dal mancato pagamento delle cartelle esattoriali della ex Equitalia (in mano ora all'Agenzia delle Entrate-Riscossione) non è necessario rivolgersi al giudice.

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Procedura di pignoramento di un conto corrente

Vista la delicatezza dei casi in cui si rende necessaria un'esecuzione forzata, la procedura di pignoramento di un conto corrente segue un iter articolato e differente a seconda che si tratti di un creditore privato (per esempio un cittadino o un'azienda) oppure se a richiedere il pignoramento è l'Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Se a richiedere il pignoramento del conto è un privato occorre rivolgersi al tribunale e dimostrare di avere un credito non ancora saldato dal debitore. A quel punto, previa verifica dell'effettiva sussistenza di un debito non pagato, il giudice emette la sentenza con conseguente notifica dell'atto esecutivo: il debitore deve saldare entro una data stabilita.
Se allo scadere di suddetta data il debitore non ha ancora provveduto a saldare il suo debito si passa alla fase 2: la notifica dell'atto di precetto per la quale è necessaria la presenza di un legale.

Se anche a seguito delle notifica di precetto il debitore non procede al pagamento del debito, può essere notificato l'atto di pignoramento e la banca presso la quale è deposito il conto può a quel punto procedere col blocco del conto corrente stesso.

Sarà infatti l'autorità giudiziaria designata a bloccare il conto e a dare al creditore l'autorizzazione a procedere. Il creditore, a quel punto, potrà adottare tutte le misure necessarie per prelevare la somma dovuta dal conto corrente del debitore. Ricordiamo poi che esistono dei casi in cui è possibile sbloccare un conto corrente pignorato

Esistono però dei casi – come vedremo più avanti – in cui malgrado la legittimità della richiesta di pignoramento, non è possibile procedere.

La somma da recuperare da parte del creditore può essere poi pignorata a seguito di un'ulteriore disposizione del Giudice. 

Come anticipato nel caso invece di debiti fiscali, il pignoramento del conto può essere fatto anche senza ricorrere al giudice. Questo in quanto la cartella esattoriale è già di per sé un atto esecutivo. Il debitore, una volta ricevuta la cartella di esattoriale ha tempo 60 giorni per saldare il debito. Se il debito non viene saldato allo scadere dei 60 giorni, l'Agenzia delle Entrate-Riscossione procede con l'invio dell'atto di pignoramento alla banca e il debitore ha altri 60 giorni di tempo trascorsi i quali viene richiesto alla banca – o istituto di credito – di prelevare forzatamente le somme dal conto.

Ritrovarsi con un conto bloccato non è senz'altro piacevole e non stupisce che siano in molti a cercare soluzioni atte a evitarlo tra le quali, per esempio, svuotare il conto corrente prima del pignoramento. Ma, trattandosi appunto di una questione molto delicata, esistono dei limiti precisi entro i quali muoversi per il pignoramento del conto. Vediamo di quali si tratta.

Pignoramento conto corrente: quali sono i limiti e quando è possibile farlo?

Anche qualora un conto corrente venisse ritenuto pignorabile, esistono dei precisi limiti che delimitano il campo entro il quale è possibile operare.

Sia nel caso di un conto corrente postale sia nel caso di un conto bancario, è possibile pignorare le somme depositate se queste eccedono il triplo dell'assegno sociale, ossia 1.509,81 euro (503,27x 3). In caso quindi alla data di notifica siano presenti nel conto cifre che eccedono tale limite, queste possono essere pignorate.

Nel caso invece la somma presente nel conto sia inferiore a tale limite, il conto non può essere bloccato.

Quando poi nel conto sono presenti accrediti ricorrenti come nel caso di stipendio e pensione, tali limiti cambiano ulteriormente.

Pignoramento stipendio e pensione: quali sono i limiti

Quanto si può pignorare dal conto corrente? Nel caso di accrediti ricorrenti di stipendio e pensione, i limiti di pignorabilità sono stati definiti dalla legge affinché il minimo vitale venga sempre garantito.

Questo minimo vitale è pari al doppio dell'assegno sociale, ossia 1.006,54 €. I limiti imposti per il pignoramento dello stipendio o della pensione sono così stabiliti:

  • è possibile pignorare un quinto dello stipendio o della pensione in caso di debiti di lavoro o tributi provinciali o comunali
  • è possibile pignorare un terzo dello stipendio o della pensione in caso di alimenti dovuti per legge.

Nel caso invece il creditore sia l'Agenzia delle Entrate-Riscossione i limiti cambiano ulteriormente:

  • per importi inferiori ai 2.500 euro è possibile pignorare un decimo dello stipendio
  • per importi inferiori ai 5.000 euro è possibile pignorare un settimo dello stipendio
  • per importi superiori ai 5.000 euro è possibile pignorare un quinto dello stipendio

Gli importi sono da intendersi, in entrambi i casi, al netto e non al lordo.

Pignoramento conto corrente cointestato

Il conto corrente cointestato è una delle più apprezzate soluzioni in merito ai conti correnti per famiglie. Ma è possibile pignorare un conto corrente cointestato? La risposta è affermativa. Un conto cointestato può essere oggetto di pignoramento ma è pignorabile solo la metà della liquidità presente.

Conto corrente non pignorabile: in quali casi

Come precedentemente anticipato, malgrado l'attestato stato debitorio, ci sono dei casi di conto corrente non pignorabile per diversi ordini di motivi. Vediamo allora quando non può essere pignorato il conto corrente.

Ricordiamo che può essere pignorata solo la parte eccedente rispetto al triplo dell'assegno sociale, come poc'anzi sottolineato.

Oltre a ciò un conto non è pignorabile quando:

  • il conto è in rosso (o negativo) oppure è vuoto. In questo caso il creditore può rinunciare al recupero fondi oppure attendere che vengano depositate nuove somme.
  • quando vengono accreditate le rendite di assicurazioni sulla vita, pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento.

Quanto dura il pignoramento di un conto corrente?

Trovarsi con un conto corrente pignorato non è ovviamente una piacevole situazione da affrontare. Ma quanto dura il pignoramento del conto corrente? Il pignoramento termina in due casi specifici. Il primo è quello più banale: il pignoramento termina quando il debito è stato coperto.

La validità del pignoramento può però cessare anche nel caso in cui non ne sia stata chiesta l'assegnazione dopo 45 giorni.

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Autore dell’articolo

Alfredo De Cristofaro Autore
Alfredo de Cristofaro
Founder
Laureato in Economia e Finanza, dopo aver lavorato a lungo presso uno dei principali intermediari finanziari in Europa, ha deciso di mettere a disposizione dei risparmiatori le conoscenze maturate nel corso degli anni. Su QualeBanca.com si occupa di recensire banche e conti, assicurandosi che vengano garantiti i più alti standard di sicurezza e trasparenza.

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