I fondi comuni di investimento sono soluzioni create per chi ha dei risparmi da parte e vuole vederli crescere nel tempo, senza i rischi insiti nel mercato.
Immagina un grande salvadanaio in cui diversi investitori inseriscono i propri risparmi. Un team di esperti si occupa di investire questi soldi in azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari, con l’obiettivo di ottenere un rendimento nel tempo.
In questo modo, anche chi non ha esperienza nel mondo degli investimenti può beneficiare di una gestione professionale senza dover seguire ogni giorno l’andamento dei mercati.
I punti di forza sono la possibilità di iniziare a investire anche con piccole somme, diversificare il rischio e, soprattutto, ottenere un rendimento. Ma sono adatti a tutti gli investitori? Sono davvero così redditizi o esistono alternative più convenienti? Scoprilo continuando a leggere la nostra guida.
I fondi comuni di investimento rappresentano una delle diverse opzioni che si hanno a disposizione per mettere a frutto i propri risparmi. Ma, per effettuare una scelta consapevole, è opportuno sapere quali sono le caratteristiche e quali costi presentano. Non sempre infatti rappresentano la scelta più indicata per chi vuole investire i propri risparmi.
Cosa sono i fondi comuni di investimento
Un fondo comune di investimento è uno strumento di risparmio gestito e amministrato da società apposite, chiamate SGR (Società di Gestione del Risparmio). Sono prodotti definiti dal Testo Unico dell’Intermediazione Finanziaria (TUF) come OICR: “organismi istituiti per la prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio, il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante l’emissione e l’offerta di quote o azioni”.
Sono adatti ai risparmiatori e alle famiglie che vogliono mettere da parte del denaro investendolo, ma con rischi bassi e senza conoscere l’andamento del mercato. Ciò è possibile grazie alla diversificazione del fondo, composto da diversi titoli.
Per aderire al fondo dovrai acquistarne una quota. Per farlo puoi versare l’importo in un’unica soluzione, mediante l’adesione a un PIC (piano di investimento di capitale). L’alternativa è quella di effettuare versamenti ripetuti e di pari importo attraverso un piano di accumulo del capitale (PAC).
La gestione del fondo è effettuata dalla SGR che lo ha creato. La vigilanza è garantita dalla Consob e dalla Banca d’Italia, oltre che dalla stessa società di gestione e dalla banca depositaria presso la quale verranno custoditi i titoli.
Come funzionano i fondi comuni di investimento
Il meccanismo di un fondo comune di investimento è dunque il seguente:
- Gli investitori mettono in comune parte del loro denaro
- La SGR riunisce il denaro e crea un fondo
- Il denaro viene investito in specifici asset
- Il fondo genera rendimenti
- A sua volta, i rendimenti verranno accantonati
Ogni investitore versa una del denaro che gli darà diritto a una quota sull’investimento, definita quota di spettanza. Non ha potere di impartire direttive o suggerimenti. Riceverà un rendimento in rapporto al valore della quota.
La SGR prende il denaro degli investitori e lo riunisce in un unico patrimonio autonomo, che verrà investito in strumenti come azioni, obbligazioni, Titoli di Stato o altri fondi.
Il fine è aumentare il rendimento annuale.
Questa tipologia di gestione si definisce attiva. Infatti, a differenza di altri strumenti di risparmio ad alta diversificazione, come gli ETF (exchange traded funds), in cui si applica una gestione passiva, l’attività della società di gestione si focalizza sull'offrire performance sempre migliori. Per farlo, interviene con l’acquisto e la vendita di nuovi asset.
Se da un lato ciò può portare a vantaggi dal punto di vista dei rendimenti, dall’altro però implica costi maggiori, che poi vanno a incidere sul guadagno effettivo finale. Inoltre, per alcune tipologie di fondi, come quelli speculativi (hedge fund), possono esserci anche dei rischi maggiori di riduzione dei propri rendimenti.
Ogni fondo prevede il KID (Key Information Document), un documento che contiene le principali caratteristiche del fondo, come finalità, profilo di rischio, costi e performance.
Inoltre, riceverai il prospetto informativo, approvato dalla CONSOB, che contiene informazioni utili al risparmiatore, aiutandolo a valutare la tipologia di investimento.
Infine, ogni fondo ha un regolamento, che definisce le sue caratteristiche e come dovrà essere gestito.
Tipologia di fondi
I fondi si dividono, in base alla loro costituzione, in:
- Fondi chiusi: sono costituiti da un patrimonio prestabilito, con un numero di quote definito al momento dell’apertura del fondo. Un esempio sono i fondi pensione
- Fondi aperti: il patrimonio che li costituisce è variabile e chiunque può accedere al fondo sottoscrivendo una quota o vendendola.
I fondi aperti si suddividono, in base alla presenza di regole e criteri comuni validi nell’UE, in fondi armonizzati e non armonizzati. I primi sono costituiti nei paesi dell’Unione Europea e investono principalmente in titoli quotati.
Invece, i fondi non armonizzati non sono soggetti ai vincoli previsti dalle regole comunitarie e consentono così una maggiore libertà negli investimenti. In questa categoria si includono i cosiddetti fondi comuni speculativi (hedge fund) e i fondi di fondi, ovvero quelli che investono non in strumenti finanziari primari, ma in altri fondi.
A loro volta, i fondi armonizzati si suddividono, in base alla loro composizione, in:
- Fondi azionari: investono principalmente in azioni, con un indice di rischio e di rendimento elevato
- Fondi obbligazionari: con un grado di rischio più basso, il denaro è investito in obbligazioni e Titoli di Stato
- Fondi bilanciati: l’investimento è equilibrato tra azioni e obbligazioni
- Fondi monetari: sono quelli composti da investimenti in asset ad alta liquidità, come Certificates
Come investire nei fondi comuni di investimento
Per aprire una posizione su un fondo comune di investimento, le opzioni sono due:
- Rivolgersi direttamente alla SGR
- Utilizzare un intermediario finanziario
Nel primo caso, puoi contattare direttamente la Società di Gestione del Risparmio, rivolgerti a un consulente e ottenere così tutte le specifiche del fondo.
Invece, se vuoi investire in autonomia, puoi rivolgerti alla tua banca oppure scegliere uno tra i migliori broker che offra, tra gli asset disponibili, anche l’investimento nei fondi comuni. Potrai così sottoscrivere una quota direttamente online.
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Quali sono i costi dei fondi di investimento
I fondi comuni possono essere una soluzione di risparmio a basso rischio. Tuttavia, un lato negativo è legato ai costi, che sono abbastanza elevati. Ecco quali sono quelli che devono essere sostenuti dall’investitore:
- Quota di ingresso al fondo: corrispondente a volte a somme consistenti, variabile in base al fondo
- Commissione di gestione: collegata alla gestione attiva da parte della SGR.
- Commissione di performance: calcolata in base ai risultati ottenuti.
- Commissione di uscita: applicata nel momento in cui si decide di chiudere il fondo.
I costi dei fondi comuni, in linea di massima, si aggirano tra lo 0,5% e l’1,5%.
Qual è la tassazione di un fondo comune di investimento
Tra i costi devi considerare anche la tassazione applicata sui rendimenti e sulla vendita finale delle quote, qualunque sia il guadagno proveniente da cedole, dividendi o reddito da capitale.
Per i fondi di investimento armonizzati, e quindi che rispettano le regole dell’UE, si applica una ritenuta sui rendimenti pari al 26%. Nel caso in cui l’investimento includa dei Titoli di Stato italiani, come i BTP, allora si applicherà un’imposta agevolata al 12,5%.
E per i fondi di investimento esteri? La legge di Bilancio 2021 ha equiparato la tassazione. Quindi, anche in questo caso, si applicherà una ritenuta alla fonte del 26% e, in alcuni casi, del 12%.
Tuttavia, ciò che cambia è la dichiarazione dei guadagni ottenuti. In questo caso, dovrai dichiarare i proventi all’interno della dichiarazione dei redditi. Inoltre, se l’investimento è collegato a un conto di trading estero, sarà necessario anche compilare il quadro RW, ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento dell’IVAFE.
Quanto rende un fondo comune di investimento?
I costi dei fondi comuni di investimento incidono in modo sostanziale sul rendimento finale. Infatti, se lo paragoni ad altri strumenti, come gli ETF, il guadagno che si ottiene è nettamente inferiore.
Ovviamente, l’eventuale rendimento è legato alla natura del fondo: quelli azionari o monetari sono più redditizi rispetto a un fondo obbligazionario o a uno bilanciato. Un altro fattore è legato all’importo investito e alla gestione della SGR, stabilita in base al regolamento del fondo.
Ma quanto è possibile ottenere? Devi considerare che sono strumenti che offrono un maggior rendimento nel tempo. In media, un fondo può rendere tra il 3% e il 6% all’anno.
Quali sono i vantaggi di un fondo comune di investimento
A chi è adatto, dunque, un fondo comune di investimento? Potrebbe essere una soluzione da valutare per chi non ha competenze sui mercati e vuole affidarsi ad esperti del settore, come la SGR, limitando però i rischi.
È quindi utile a chi ha un obiettivo di lungo termine, ma non vuole effettuare valutazioni su come e dove investire il suo denaro. Sarà la SGR a dover gestire i soldi e a fare in modo di aumentare le performance dei rendimenti.
Quali sono i rischi di un fondo?
I rischi di un fondo comune di investimento sono stati stabiliti dalla direttiva UCITS del 2009. In base ad essa, i fondi sono classificati con un indicatore di rischio e rendimento (SRRI) che va da 1 a 7, dove il valore minimo indica rendimenti e rischi bassi, mentre 7 indica un guadagno elevato, ma anche un rischio alto.
Di seguito indichiamo i principali rischi:
- Rischio del Paese: è legato alla stabilità di uno Stato in cui opera un fondo. Si pensi a quei governi emergenti in cui potrebbero esserci improvvise variazioni ai vertici, con conseguenze sui capitali investiti
- Rischio di gestione: è dovuta alla scelta degli investimenti attivi da parte della SGR, con possibile riduzione o azzeramento dei rendimenti in caso di variazione delle quotazioni di mercato
- Rischio di liquidità: si verifica quando vi è una certa difficoltà nel vendere dei titoli del fondo
- Rischio di interesse: tipico di quei fondi che hanno nel paniere di titoli un certo numero di obbligazioni. Eventuali variazioni delle politiche monetarie potrebbero portare a conseguenze anche per quanto riguarda i rendimenti del fondo
Inoltre, se ti domandi se i fondi comuni possono fallire, la risposta è affermativa. Tuttavia, dato che il fondo è separato dal patrimonio della società, l’investitore avrà comunque diritto alla restituzione della quota versata.
Fondi comuni di investimento vs ETF: quale è meglio?
Per concludere questa guida sui i fondi comuni di investimento è inevitabile un confronto con l’investimento in ETF.
Entrambi sono fondi di investimento basati su un principio di diversificazione. Tuttavia, struttura, finalità e rendimenti sono molto diversi.
DESCRIZIONE |
FONDI COMUNI |
|
ETF |
Costi | Dallo 0,5% all’1,5% |
|
Dallo 0,10% allo 0,7% |
Versamento iniziale | Pari al valore della quota del fondo |
|
Anche con capitali minimi |
Commissioni | Acquisto, vendita, sul rendimento |
|
Gestione annua |
Tipologia di gestione | Attiva |
|
Passiva |
Funzionamento | Sono composti da asset azionari e obbligazionari |
|
Replicano l’andamento di un asset |
Tempistica di investimento | Medio e lungo termine |
|
Breve e medio termine |
Finalità | Risparmio | Risparmio | |
Negoziazione | Puoi venderli solo in determinati momenti | Sono negoziati come le azioni |
Da questo confronto si evidenzia subito una differenza netta per quanto riguarda i costi, che negli ETF, grazie alla gestione passiva, sono davvero bassi, tra lo 0,10% e un massimo dello 0,50-0,70%.
A questo si aggiungono i rendimenti, che sono nettamente superiori rispetto a un fondo comune, con la possibilità di raggiungere performance interessanti.
Inoltre, l’investimento di capitale in un ETF è minimo, mentre quello del fondo può richiedere un versamento di accesso anche di una certa importanza.
Altro aspetto che rende gli ETF da valutare rispetto a un fondo di investimento è la loro negoziabilità: puoi venderli e acquistarli in qualunque momento direttamente sui mercati.
Invece, i fondi di investimento hanno una negoziabilità molto limitata.
Tuttavia, spesso il numero elevato di ETF, rispetto a quello dei fondi, può essere un fattore negativo, soprattutto per chi ha poca conoscenza dei mercati.
Fondi comuni di investimento: FAQ
Sì, un fondo comune di investimento, in quanto strumento di investimento, può essere soggetto a pignoramento presso terzi dell’istituto di credito in cui è gestito.