Investimenti
13 Febbraio 2025

Conto Deposito in dollari: come funziona e come aprirlo

Con l’obiettivo di combattere l’inflazione, negli ultimi mesi le Banche Centrali hanno ripetutamente aumentato i tassi d’interesse. Ciò ha comportato un inevitabile aumento del costo del denaro.
Cosa ha comportato questa manovra per i risparmiatori? L’impatto è stato visibile su diversi settori, in primis su mutui, investimenti e risparmi. Per questi ultimi, l’aumento dei tassi ha avuto conseguenze (positive) sui privati. Infatti, a seguito delle recenti manovre di politica monetaria, i rendimenti sui depositi si sono spostati dalla zona negativa, tornando ad offrire interessi che in alcuni casi riescono a tenere il passo dell’inflazione.

Per poter ottenere dai rendimenti sulla liquidità occorre attivare un conto deposito. Quasi tutti i conti correnti infatti non offrono interessi positivi sulle giacenze. Al massimo offrono una linea libera con interessi annui che non superano lo 0,50%.

Individuando il conto deposito migliore si possono ottenere rendimenti positivi annui che possono arrivar fino al 5% o 6%.

Va precisato che le banche italiane offrono esclusivamente conti deposito denominati in euro: significa che potremo solo depositare euro sul nostro conto deposito e ottenere a scadenza il capitale più gli interessi maturati sempre in euro.

E se invece volessimo attivare un conto deposito in una valuta estera, per esempio in dollari? In questo caso le opzioni a disposizione si restringono notevolmente.

Conto deposito in dollari: a chi si rivolge?

Il conto deposito in dollari può essere una soluzione appetibile per una platea eterogenea di soggetti. Ecco alcuni esempi:

  • chi effettua operazioni commerciali in valuta estera

  • chi ha delle entrate ricorrenti in dollari

  • chi possiede un conto corrente denominato in USD sul quale non matura interessi

  • chi vuole convertire euro contro dollari per speculare al ribasso sul tasso di cambio EUR/USD

In tutti questi casi (ma potrebbero essercene altri) potrà essere sicuramente una buona idea ricevere degli interessi passivi sulla liquidità in USD. Come? Attivando un conto deposito denominato in dollari.

I vantaggi del conto deposito in dollari

Ecco i principali vantaggi derivanti dall’apertura di un conto deposito in dollari:

  1. Coloro che possiedono liquidità in dollari potranno ottenere interessi positivi e privi di rischi (nella misura in cui i fondi sono protetti da uno schema di protezione).
  2. I rendimenti sono più elevati di un equivalente conto deposito denominato in euro, a causa dei tassi più elevati che applica la Fed rispetto alla BCE.
  3. Per aprire un conto deposito in valuta estera dovremo affidarci ad un intermediario straniero: ciò significa che i nostri soldi saranno spostati all’estero e non saremo esposti al rischio paese. Ciò può tornarci utile se riteniamo la situazione dell’Italia delicata, con un plausibile rischio di default da parte del governo italiano.
  4. Se riteniamo che il dollaro si apprezzerà sull’euro, possiamo detenere USD per fini speculativi, sui quali possiamo generare dei rendimenti passivi durante tutto il periodo della nostra operazione valutaria.

Gli svantaggi del conto deposito in dollari

Vediamo adesso quali sono invece gli svantaggi legati all’utilizzo di un conto deposito in dollari:

  1. Se la nostra valuta di riferimento è l’euro, attivando un conto deposito in dollari saremo esposti al rischio di cambio. La fluttuazione del cambio eurodollaro può infatti generare delle plusvalenze così come delle minusvalenze (qualora il dollaro si deprezzi sull’euro).
  2. Sull’eventuale cambio valuta potremmo andare incontro a costi dovuti a commissioni oppure all’allargamento dello spread da parte dell’intermediario che ci permette di effettuare la conversione.

L’aspetto fiscale

Per quanto riguarda l’aspetto fiscale, segnaliamo che non vi sono differenze sostanziali da considerare. Sia per il conto deposito in euro che per quello in dollari la tassazione sugli interessi maturati è pari al 26%.

Su un conto deposito detenuto presso un intermediario estero non pagheremo l’imposta di bollo (0,2%) bensì l’IVAFE, anch’essa in misura dello 0,2%.

In caso di un’eventuale plusvalenza su conti in valuta, la tassazione delle plusvalenze è dovuta solo nel caso in cui la giacenza complessiva di tutti i depositi in valuta sia superiore a 51.465,69€ per almeno 7 giorni lavorativi continui.

Autore dell’articolo

Alfredo De Cristofaro Author
Alfredo de Cristofaro
Founder QualeBanca.com
Laureato in Economia e Finanza, dopo aver lavorato a lungo presso uno dei principali intermediari finanziari in Europa, ha deciso di mettere a disposizione dei risparmiatori le conoscenze maturate nel corso degli anni. Su QualeBanca.com si occupa di recensire banche e conti, assicurandosi che vengano garantiti i più alti standard di sicurezza e trasparenza.

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