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Investimenti
20 Settembre 2022

ETF a distribuzione o ad accumulazione, quale scegliere?

L’investitore che desidera investire i propri capitali sul lungo termine in strumenti finanziari sicuri, economici, liquidi e con una elevata diversificazione intrinseca, generalmente va a colpo sicuro e, senza troppi dubbi, sceglie di utilizzare gli ETF.

Gli ETF (Exchange Traded Fund) difatti, essendo dei fondi quotati in borsa a gestione passiva, soddisfano tutte le caratteristiche elencate precedentemente e permettono, grazie all’elevato numero di strumenti disponibili, di costruire piani di investimento su misura per qualsiasi investitore.

Esistono tuttavia varie tipologie di ETF e ogni specifica caratteristica va attentamente valutata in funzione dei propri obiettivi.
Una di queste caratteristiche è relativa alla gestione dei dividendi e crea una distinzione tra gli ETF che forniscono una rendita passiva e quelli che invece sfruttano l’interesse composto per incrementare i rendimenti.

Stiamo parlando degli ETF ad accumulazione e degli ETF a distribuzione, ed in questo articolo ne approfondiamo le caratteristiche distintive.

Cos’è un ETF

Prima di analizzare nel dettaglio le differenze tra ETF a distribuzione ed ETF ad accumulazione, vediamo prima cos’è un Exchange Traded Fund.

Un ETF, molto semplicemente, è un prodotto finanziario che ha il semplice compito di replicare “qualcosa”. Questo “qualcosa” può essere un indice azionario, un pacchetto di obbligazioni, una materia prima o una composizione di prodotti finanziari diversi.

Essendo l’ETF uno strumento a replica passiva, diventa estremamente vantaggioso in termini economici per l’investitore, inoltre, potendo replicare un paniere variegato di azioni, obbligazioni o materie prime, risulta essere intrinsecamente molto ben differenziato.

Di fatto, acquistando una sola quota di un solo ETF con un investimento di pochi euro, è possibile investire in centinaia di aziende diverse acquistando una piccola frazione di azione di ognuna di esse.

Un ulteriore grande vantaggio degli ETF, è che, a differenza degli altri fondi, sono quotati in Borsa, il che li rende molto liquidi, con quotazioni costantemente aggiornate e acquistabili da chiunque accedendo alle borse mondiali dal proprio computer.

La diversa gestione dei dividendi

La distinzione tra ETF a distribuzione e ad accumulazione risiede nel diverso modo di gestione dei dividendi distribuiti dalle partecipazioni sottostanti all’ETF. Infatti, se acquistiamo una o più quote di un ETF che investe in sottostanti come titoli azionari o obbligazionari, nel momento in cui l’azienda distribuisce dei dividendi agli investitori, oppure l’obbligazione in cui abbiamo investito stacca delle cedole, abbiamo il diritto di ricevere tali pagamenti passivi.

Tale diritto però, non ci dà anche l’obbligo di incassarli, possiamo infatti scegliere se reinvestirli automaticamente nello stesso ETF, ed in questo caso si parla di ETF ad “accumulazione”, oppure ritirarli per ottenere delle entrate passive nel caso degli ETF a “distribuzione”.

ETF ad accumulazione

L’ETF ad accumulazione è quindi una tipologia di ETF in cui i dividendi, o gli interessi, pagati periodicamente dalle partecipazioni sottostanti vengono automaticamente reinvestiti nello stesso ETF, senza spese aggiuntive per l’investitore.

La scelta di avviare un piano di investimento con un ETF ad accumulazione ha quindi il vantaggio di poter sfruttare l’interesse composto dato dalla possibilità di investire nuovamente, senza costi, i flussi di cassa generati periodicamente dall’investimento.

ETF a distribuzione

Nel caso di investimento in un ETF a distribuzione, invece, l’investitore ha la possibilità di ottenere delle entrate passive periodiche delle quali può disporre come meglio crede, in quanto, tali guadagni verranno accreditati sul conto e saranno a sua completa disposizione.

Chiaramente l’investimento in un ETF a distribuzione ha il vantaggio di generare un flusso di cassa positivo periodico, ma non permette di fruttare l’interesse composto in maniera efficiente come nel caso degli ETF ad accumulazione.
Va infatti tenuto in considerazione che, se l’investitore decidesse di reinvestire autonomamente gli interessi ricevuti, oltre agli adempimenti fiscali a cui deve ottemperare, deve far fronte a delle commissioni aggiuntive che penalizzano i potenziali rendimenti.

Aspetti fiscali

La scelta di investire in un ETF a distribuzione anziché in uno ad accumulazione deve tenere in considerazione anche gli adempimenti fiscali. L’acquisto di quote di ETF ad accumulazione non comporta infatti alcuna tassazione al momento della distribuzione dei dividendi o degli interessi ricevuti, in quanto questi verranno automaticamente reimmessi nel fondo.

Al contrario, investendo in ETF a distribuzione, dalla rendita periodica ottenuta verranno decurtate le tasse da pagare al fisco, che, trattandosi di reddito da capitale, corrispondono al 26% dell’importo ricevuto.
Ciò non significa che gli investimenti in ETF ad accumulazione siano esenti da tasse, ma saranno soggetti ad imposizione fiscale soltanto nel momento in cui si decide di vendere le quote detenute.

Come distinguere gli ETF a distribuzione da quelli ad accumulazione?

Distinguere un ETF ad accumulazione da uno a distribuzione è molto semplice. Oltre a trovare tale informazione chiaramente indicata nella scheda informativa e nel KIID (Key Investor Information Document) che accompagnano ogni ETF, è possibile distinguerli a colpo d’occhio leggendo il nome dell’ETF: gli ETF ad accumulazione conterranno l’abbreviazione “Acc”, mentre, quelli a distribuzione, l’abbreviazione “Dist”.

Quale ETF scegliere?

Come per qualunque forma di investimento, la scelta di impiegare il proprio capitale in ETF a distribuzione o ad accumulazione è personale e va valutata considerando i propri obiettivi finanziari. In linea generale però, un investitore che ha un orizzonte temporale breve (ad esempio un pensionato), o che desidera ottenere un flusso regolare di entrate dai propri investimenti, dovrebbe optare per gli ETF a distribuzione in modo da trovare vantaggio dal ricevimento periodico di dividendi o cedole.

Al contrario, un investitore che ha un orizzonte temporale di lungo termine (ad esempio un under 40), che non necessita di entrate passive periodiche, o che comunque ha una disponibilità finanziaria tale da non creare entrate di suo interesse, dovrebbe orientarsi verso ETF ad accumulazione per sfruttare l’interesse composto dato dal reinvestimento dei dividendi e quindi amplificare il rendimento dei propri investimenti sul lungo termine.

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Autore dell’articolo

Alessandro Bertoli Author
Alessandro Bertoli
Financial Expert
Laureato in Ingegneria Aeronautica e da sempre appassionato di finanza, dopo aver ricoperto ruoli manageriali in diverse aziende multinazionali italiane, nel 2021 decide di dedicarsi totalmente al mondo degli investimenti fondando AS Trading, società che si occupa di consulenza e sviluppo di strumenti per il trading e gli investimenti.

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