Negli ultimi tempi la parola “cashback” è entrata sempre di più a far parte del linguaggio comune, complice l’iniziativa del Governo avviata a dicembre 2020, meglio conosciuta come il Piano Cashback o Piano Cashless.
Tuttavia, il cashback non è un concetto nuovo: è già da qualche anno, infatti, che molti istituti di moneta elettronica e app Fintech sfruttano questa pratica per attirare i nuovi clienti.
In questo articolo, quindi, faremo chiarezza su questi due tipi di cashback: il cashback di Stato e il cashback bancario. Ti assicuriamo che alla fine della lettura non avrai più nessun dubbio sulla differenza tra i due!
Cos’è il cashback?
Per cashback - tradotto in italiano come “contanti indietro” - si intende quel meccanismo che ti consente di guadagnare una percentuale di denaro sugli acquisti che fai. Questo significa che ogni volta che effettui un acquisto, una parte di quello che hai speso ti viene riaccreditata sul tuo conto e la potrai utilizzare per gli acquisti successivi. In poche parole, si tratta di uno sconto posticipato che viene applicato solo dopo l’acquisto.
Una volta chiarita la definizione di cashback vediamo la differenza tra il cashback di Stato e il cashback offerto dalle banche/app Fintech.
Il cashback di Stato
Il cashback di Stato è un programma avviato dal Governo con l’obiettivo di ridurre l’uso del contante e di contrastare l’evasione fiscale. Il Piano Cashback prevede un rimborso del 10% (fino a un massimo di 150 euro ogni sei mesi) sugli acquisti effettuati con carta o smartphone presso tutti i negozi fisici. In un anno si potrà quindi ottenere un rimborso di un massimo di 300 euro.
Per poter partecipare al cashback di Stato, è necessario possedere lo SPID e registrarsi all’app IO oppure utilizzare determinate app fintech come Oval o Flowe (in questo caso non c’è bisogno dello SPID).
Inoltre, un altro requisito è quello di aver effettuato almeno 50 transazioni a semestre.
I soldi accumulati non vengono accreditati subito sull’IBAN fornito, ma bisognerà aspettare un massimo di 60 giorni dalla fine del semestre (per saperne di più puoi consultare il nostro articolo: Piano Cashback: istruzione per l’uso).
Il programma cashback indetto dallo Stato è al momento sospeso. Dal 1° luglio 2021 infatti, il governo ha deciso di bloccare il piano per il secondo semestre del 2021.
Il cashback bancario
Il cashback di Stato non va confuso con il servizio di cashback offerto ormai da molte banche digitali, tra cui Revolut o Hype o da app di pagamento, come Satispay. Anche alcune carte di credito offerte da American Express e Diners Club hanno aperto al cashback.
Sebbene il meccanismo sia sempre lo stesso, ci sono delle differenze da sottolineare. Innanzitutto, la percentuale di rimborso varia a seconda del negozio e non è, quindi, sempre del 10% come nel caso del Piano Cashback.
Il cashback poi non è valido presso tutti i negozi fisici, ma solo presso alcuni negozi convenzionati (che possono essere sia fisici che online), i quali sono indicati all’interno dell’app.
In genere, l’importo del cashback viene ricevuto istantaneamente; tuttavia a volte è necessario raggiungere una soglia minima (ad esempio 10€) per poter riutilizzare i rimborsi accumulati. Ad ogni modo, le condizioni variano sempre da banca a banca.
Nella nostra recensione sulle migliori carte cashback potrai scoprire in un attimo quali sono le carte/app che offrono il servizio di cashback e tutte le informazioni ad esso relative.
Infine, è bene sottolineare che un’ulteriore differenza che sta alla base di questi due tipi di cashback è che nel caso del cashback di Stato l’importo viene restituito ai clienti utilizzando i soldi pubblici stanziati dal Governo con l’obiettivo di “premiare” i cittadini per aver abbandonato l’uso del contante preferendo i pagamenti elettronici.
Quando si parla del cashback fintech, invece, l’importo viene restituito dall’esercente, il quale utilizza il cashback come strumento di marketing sia per attirare nuovi clienti che per fidelizzare i clienti già esistenti.